La carne come necessità: un mito che tramonta
Dr. Med. Leonardo SALOMONE NAVARRA FLAVIO GUISCARDO DELLA TORRE DI BRETAGNA ARMORICA
Iridologo Naturopata Nutrizionista
Master di Nutrizione (istituto nazionale della nutrizione Roma)
Perfezionato in medicina biointegrata (università G. D'Annunzio Chieti)
Perfezionato in fitoterapia clinica (università della Tuscia Viterbo)
Perfezionato in bioetica livello avanzato (università cattolica Roma) ecc.
Pubblicato sul mensile “Avanguardia” – Dicembre 1993
Non molti anni fa la carne era un cibo riservato ad una classe piuttosto agiata, invidiata dalla gente di modesta condizione sociale. Da quando quest’ultima può permettersi economicamente il prodotto, vi è stata una corsa sfrenata al consumo di carne. Soltanto da pochissimi anni, con lo sviluppo della ricerca scientifica e l’informazione, il mito della carne è stato distrutto. La gente prende sempre più coscienza e si accorta che mangiarne vuol dire accumularne sostanze che si rivelano negative per un buon funzionamento del nostro organismo. Ci si può orientare verso un tipo di alimentazione più equilibrata che preveda una minore quantità di prodotti animali senza per altro diminuire le proteine indispensabili necessarie al mantenimento in buona salute del corpo umano.
Queste proteine sono la componente principale dei tessuti del nostro organismo e sono composte da aminoacidi che a seconda il loro numero e la loro qualità dannoun valore nutririvo diverso. Ci sono 22 diversi aminoacidi di cui 8 essenziali. I primi 14 possono essere sintetizzati dal nostro organismo, mentre gli altri devono essere necessariamente assunti tramite cibo. Questi aminoacidi essenziali sono presenti in alimenti di origine vegetale (cereali, fagioli, lenticchie, piselli secchi – soya e molti altri). Il ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, avendo fatto l’analisi della carne, delle uova e della soya, ha affermato che il contenuto di aminoacidi essenziali è in tutti i casi superiore nella soya rispetto alla carne e alle uova. Nella soya gli aminoacidi sono presenti in percentuali piuttosto equilibrate, formando così delle proteine di alto valore biologico.
Si può dunque, affermare che si può vivere in buona salute seguendo una dieta vegetariana. In base alle ricerche effettuate sull’alimentazione vegetariana e non, si può affermare che il consumo di proteine vegetali mantiene l’organismo giovane più a lungo aumentando così la longevità di oltre dieci anni.
Naturalmente per diventare vegetariani non è necessario rinunciare alla tradizionale cucina italiana.